GIAPPONE: ADROTERAPIA EFFICACE SU TUMORI “FEMMINILI”
TUMORI GINECOLOGICI: BUONE PROSPETTIVE PER GLI IONI CARBONIO
07 mag/20
Come per diverse altre patologie oncologiche, anche nel caso dei tumori ginecologici la radioterapia con ioni carbonio (CIRT, carbon ion radiotherapy) rappresenta un’opzione terapeutica che merita di essere esplorata, in quanto potenzialmente efficace su forme tumorali resistenti al trattamento radiante convenzionale con fotoni e probabilmente correlata a una minore incidenza di tossicità, grazie all’alta efficacia biologica degli ioni carbonio e alla maggiore possibilità di concentrare la dose sul target risparmiando i tessuti sani circostanti.
I dati di letteratura disponibili in questo ambito provengono principalmente da studi condotti in Giappone e riguardano in molti casi il trattamento dei carcinomi della cervice uterina, ma anche tumori più rari, come i melanomi maligni del tratto genitale femminile, per i quali non esiste finora una terapia di riferimento che si sia dimostrata efficace.
Anche al CNAO i tumori ginecologici sono oggetto di ricerca e di recente sono stati pubblicati i risultati di una prima esperienza di trattamento con CIRT dei melanomi genitali.
CIRT e chemioterapia per l’adenocarcinoma della cervice uterina
Uno studio giapponese ha valutato l’efficacia a lungo termine di un trattamento combinato di radioterapia con ioni carbonio e chemioterapia (CT) con cisplatino in pazienti con adenocarcinoma della cervice uterina localmente avanzato [1].
I ricercatori hanno condotto un’analisi aggregata dei dati delle pazienti trattate con CIRT o con CIRT associata a CT nei centri partecipanti tra il 2007 e il 2018. Le pazienti non dovevano aver ricevuto una radioterapia pelvica precedente o un trattamento sistemico e dovevano avere una buon performance status (0-2).
Nell’analisi sono state incluse 82 pazienti, 45 delle quali trattate con terapia combinata e le altre 37 con la sola CIRT. A partire da queste due coorti è stato effettuato un abbinamento 1:1 tra pazienti dei due gruppi con caratteristiche più possibile sovrapponibili, fino a ottenere 26 coppie di soggetti abbinati.
L’età mediana in questa popolazione era di 57 anni e nella quasi totalità dei casi le pazienti di entrambi i gruppi presentavano un adenocarcinoma. Il follow up mediano era di 34 mesi.
I risultati indicano che la percentuale di sopravvivenza global (OS, overall survival ) a 5 anni è significativamente migliore nel gruppo trattato con CIRT+CT rispetto al gruppo trattato con la sola CIRT (72% vs 46%), così come la percentuale di pazienti senza metastasi a distanza a 5 anni (66% nel gruppo CIRT+CT vs 41% nel gruppo CIRT). Non emergono, invece, differenze statisticamente significative tra i due gruppi per quanto riguarda il tasso di controllo locale sia a 3 sia a 5 anni (53% nel gruppo CIRT+CT vs 49% nel gruppo CIRT) e l’incidenza di tossicità di grado elevato (uguale o superiore a 3).
Lo studio, quindi, suggerisce che il trattamento combinato di chemioterapia e radioterapia con ioni carbonio possa portare un beneficio in termini di sopravvivenza a lungo termine per le pazienti con adenocarcinoma della cervice uterina localmente avanzato. I risultati dovranno però essere confermati da studi condotti su popolazioni più ampie.
Ioni carbonio per i melanomi ginecologici maligni
I melanomi maligni dell’area genitale sono tumori rari ma aggressivi, per i quali non esistono al momento indicazioni terapeutiche sostenute da solide prove di efficacia.
Quando possibile si ricorre alla resezione chirurgica, ma la sua fattibilità è condizionata da diverse limitazioni. In molti casi, comunque, gli outcome clinici dell’intervento risultano insoddisfacenti e talvolta comportano complicanze postoperatorie anche importanti dal punto di vista delle disabilità fisiche e funzionali.
Inoltre, questi tumori sono radioresistenti e nemmeno la terapia radiante con fotoni ad alte dosi è in grado di indurre una risposta efficace. Per questo motivo cresce l’interesse verso le potenzialità terapeutiche della CIRT.
In uno studio condotto in Giappone, i ricercatori hanno analizzato retrospettivamente i dati di 37 pazienti con melanoma ginecologico maligno, trattate con CIRT tra il 2004 e il 2017 [2].
L’età mediana delle pazienti era 71 anni e il tumore era localizzato alla vagina (22 pazienti, 60%), alla vulva (12 pazienti, 32%) e alla cervice uterina (3 pazienti; 8%). In 9 casi (24%) il tumore trattato era una recidiva post chirurgica, mentre 3 pazienti (8%) avevano ricevuto una chemioterapia precedente.
Il follow up mediano è stato di 23 mesi per l’intero campione e 53 per le pazienti sopravvissute.
Nella grande maggioranza dei casi (30 pazienti, 81%) è stata raggiunta la remissione completa. A 2 anni il tasso di controllo locale è stato del 71%, la OS del 53% e la PFS (progression-free survival, sopravvivenza libera da progressione) del 29%.
I risultati, dunque, sostengono la CIRT come opzione terapeutica da considerare per il trattamento dei melanomi ginecologici maligni.
Anche al CNAO è stata condotta una prima sperimentazione della CIRT per il trattamento dei melanomi maligni del basso tratto genitale femminile, che ha coinvolto 4 pazienti (età mediana: 60,5 ani) trattate tra il 2016 e il 2017 [3].
Per 3 delle pazienti il melanoma era localizzato alla vagina, mentre nel quarto caso era alla cervice uterina. Solo una delle pazienti con melanoma vaginale era stata sottoposta a chirurgia in precedenza, mentre la paziente con melanoma cervicale è stata trattata con CIRT con intento palliativo, a causa dell’estensione del tumore.
Tutte le partecipanti hanno completato lo schema di trattamento previsto, con una buona tollerabilità: nella fase acuta è stato rilevato un caso di eritema di grado 3 e 2 casi di vaginite di grado 1, mentre per le tossicità tardive è stato segnalato solo un caso di vaginite di grado 2.
Per le pazienti con melanoma vaginale il controllo locale è stato di 10,23 e 12,6 mesi, e di 7,3 mesi per la paziente con melanoma cervicale. In tutti i casi c’è stata una progressione di malattia, con sopravvivenza libera da metastasi a distanza di 11,7 mesi. La OS mediana è stata di 11,4 mesi.
Per quanto siano necessari ulteriori dati su popolazioni più numerose e con follow up più lunghi, le indicazioni che emergono sono in linea con le evidenze prodotte dagli studi internazionali e sostengono la CIRT come opzione terapeutica sicura e non invasiva per questa patologia.
Reference
1. Okonogi N, Wakatsuki M, Kato S, et al. Significance of concurrent use of weekly cisplatin in carbon-ion radiotherapy for locally advanced adenocarcinoma of the uterine cervix: A propensity score-matched analysis. Cancer Med 2020 Feb;9(4):1400-8.
2. Murata H, Okonogi N, Wakatsuki M, et al. Long-Term Outcomes of Carbon-Ion Radiotherapy for Malignant Gynecological Melanoma. Cancers (Basel) 2019 Apr 4;11(4).
3. Barcellini A, Vitolo V, Facoetti A, et al. Feasibility of Carbon Ion Radiotherapy in the Treatment of Gynecological Melanoma. In Vivo. 2019 Mar-Apr;33(2):473-6.