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RADIOTERAPIA MISTA PER IL TUMORE DELLA PROSTATA AD ALTO RISCHIO

I risultati preliminari dello studio pubblicato sulla rivista “Frontiers in Oncology”

RADIOTERAPIA MISTA PER IL TUMORE DELLA PROSTATA AD ALTO RISCHIO

12 apr/22

La radioterapia ha un ruolo di primo piano nel trattamento del tumore della prostata localizzato o localmente avanzato. Insieme alla chirurgia, la terapia radiante è il trattamento di riferimento nei pazienti in cui la patologia presenta un grado di rischio basso o intermedio.
Lo scenario è più complesso, però, nei casi di carcinoma prostatico ad alto rischio che sono associati a un’incidenza elevata di recidive e di progressioni di malattia locali e a distanza e impongono, quindi, incrementi delle dosi o l’utilizzo di terapie combinate di chirurgia o radioterapia e deprivazione androgenica.
Per quanto riguarda nello specifico la radioterapia, il carcinoma prostatico ad alto rischio presenta un certo grado di radioresistenza, e per questo motivo sono stati sviluppati nel corso del tempo diversi schemi di ipofrazionamento che sono risultati efficaci sul controllo locale di malattia in alcuni studi, ma il cui utilizzo è ancora oggetto di discussione. D’altra parte, secondo i dati disponibili, le strategie basate sull’aumento delle dosi erogate con la radioterapia sono efficaci in termini di miglioramento del controllo locale ma comportano un incremento delle tossicità a carico degli organi e dei tessuti adiacenti alla zona irradiata come la vescica e la parete anteriore del retto.
In questo contesto si inserisce l’adroterapia, in particolare la radioterapia con ioni carbonio (Carbon-Ion Radiotherapy, CIRT), una strategia terapeutica particolarmente efficace per trattare tumori radioresistenti grazie alle caratteristiche fisiche e biologiche delle particelle utilizzate; inoltre, la possibilità di risparmiare i tessuti circostanti il bersaglio riduce il rischio di tossicità associate alla terapia.
Con l’obiettivo di definire una strategia efficace in termini di outcome clinici e sicura per il trattamento del carcinoma prostatico ad alto rischio, i ricercatori del CNAO hanno condotto uno studio utilizzando una strategia combinata con CIRT seguita da radioterapia a intensità modulata (Intensity-Modulated Radiation Therapy, IMRT) con fotoni.
Un’analisi descrittiva dei primi risultati è stata pubblicata di recente su Frontiers in Oncology.

Un approccio misto per una migliore safety
Lo studio – di fase II, prospettico, multicentrico, in aperto (AIRC-IG-14300) – è sostenuto dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e realizzato dal CNAO con la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Europeo di Oncologia.
L’obiettivo è valutare la fattibilità di una strategia terapeutica che prevede un aumento della dose di radiazioni erogata alla prostata tramite CIRT e un successivo ciclo di radioterapia a intensità modulata con fotoni sui linfonodi pelvici, in pazienti con carcinoma della prostata ad alto rischio che assumono la terapia ormonale neoadiuvante e adiuvante a lungo termine.
Attualmente sono disponibili i risultati preliminari che forniscono le prime indicazioni sulla safety del trattamento in termini di tossicità acute: dato il breve periodo di follow-up, infatti, l’analisi degli outcome clinici e delle tossicità tardive non è ancora possibile e sarà effettuata quando i dati saranno più maturi.
Nello studio sono stati arruolati 26 pazienti con carcinoma della prostata ad alto rischio secondo la classificazione del National Comprehensive Cancer Network (NCCN), ma al momento sono 15 quelli che hanno completato l’intero ciclo di radioterapia e sono quindi stati inclusi nell’analisi preliminare.
Tutti i pazienti hanno ricevuto un trattamento con CIRT sulla prostata alla dose di 16,6 Gy (RBE) in quattro frazioni da 4,15 Gy (RBE) a frazione, in un periodo di una settimana. A completamento del ciclo di radioterapia, i pazienti hanno effettuato un trattamento con IMRT sull’intera pelvi con una dose totale compresa tra 45 e 50,4 Gy in frazioni da 1,8-2 Gy/fraction.
L’endpoint primario dell’analisi, cioè la tossicità acuta, è stata valutata calcolando la percentuale di pazienti che avevano avuto almeno un episodio di tossicità di grado tre o superiore durante il trattamento o entro un mese dalla radioterapia; sono stati presi in considerazione sia gli eventi riportati dal medico sia quanto riferito dal paziente attraverso la compilazione di questionari sulla qualità di vita.

Risultati preliminari incoraggianti
Sono stati analizzati i dati di tossicità acuta dei 15 pazienti che avevano un follow-up di almeno tre mesi, tutti trattati con deprivazione androgenica concomitante.
Subito dopo il trattamento con CIRT non sono stati rilevati casi di tossicità gastrointestinali o genitourinarie. Nel periodo di osservazione definito per le tossicità acute (un mese dal completamento dell’intero ciclo di CIRT e IMRT) non sono stati registrati eventi avversi di grado superiore a 2: in particolare, un paziente ha avuto una tossicità di grado 1 di tipo gastrointestinale e 5 hanno avuto una tossicità di tipo genitourinario.
Anche a tre mesi non sono state rilevate tossicità di grado superiore a 2.
Per sette pazienti è disponibile un follow-up a 12 mesi: in questo sottogruppo due pazienti presentano tossicità genitourinarie, rispettivamente di grado 1 e 2.
Per quanto riguarda le valutazioni relative alla qualità di vita, condotte analizzando l’andamento nel tempo dei punteggi dei questionari IPSS, EORTC QLQ-C30 e IIEF-5 per l’attività sessuale, i risultati preliminari sono incoraggianti, mostrando un generale miglioramento, per quanto non sempre statisticamente significativo, rispetto al basale ai time point considerati (fine del ciclo di trattamento, uno, due-sei e dodici mesi).
È stata condotta anche una valutazione preliminare degli outcome clinici, per quanto i dati non siano ancora maturi, a seguito della quale non sono stati registrati casi di ripresa biochimica di malattia, ed è stata rilevata una riduzione del valore mediano di PSA rispetto al basale dopo un periodo mediano di sei mesi.
I risultati preliminari, quindi, confermano le indicazioni precedenti sulla sicurezza del CIRT e la fattibilità dell’approccio radioterapico misto proposto per il trattamento dei pazienti con carcinoma prostatico ad alto rischio. Il profilo di safety rispetto alle tossicità acute è positivo e incoraggiante per quanto riguarda la tollerabilità e l’efficacia di questo schema terapeutico a lungo termine.

Reference
Marvaso G, Vischioni B, Pepa M, et al. Mixed-beam approach for high-risk prostate cancer carbon-ion boost followed by photon intensity-modulated radiotherapy: Preliminary results of phase II trial AIRC-IG-14300. Front Oncol. 2021 Nov 17;11:778729.

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