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Quali sono le patologie potenzialmente trattabili tramite adroterapia

Tumori maligni della prostata

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La prostata è un organo fibromuscolare e ghiandolare di cui solo gli uomini sono dotati, situato appena sotto la vescica, davanti al retto. Delle dimensioni di una noce in condizioni normali, con il passare degli anni o a causa di alcune patologie può ingrossarsi fino a dare disturbi, soprattutto di tipo urinario. La prostata produce parte del liquido seminale rilasciato durante l'eiaculazione e fornisce componenti essenziali alla sopravvivenza e alla qualità degli spermatozoi. Per questo alcune alterazioni della struttura e dello stato dell’organo possono influenzare la fertilità maschile.


Il tumore della prostata ha origine dalle cellule presenti all'interno della prostata stessa, che cominciano a crescere in maniera incontrollata.
Si tratta di uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo. Considerando le statistiche più recenti, circa un uomo su 8 nel nostro Paese ha la probabilità di ammalarsi. Il rischio che la malattia abbia un esito infausto è però basso, soprattutto se si interviene in tempo.


Le tipologie di tumore alla prostata sono:

  • Adenocarcinoma, si tratta del più frequente (tumore maligno che si sviluppa dal tessuto delle ghiandole)
  • Sarcomi (tumori maligni del tessuto connettivo)
  • Carcinomi a piccole cellule (istotipo più raro e aggressivo che origina da cellule neuroendocrine, relative dunque al sistema nervoso e alle ghiandole)
  • Carcinomi a cellule di transizione (istotipo raro che si sviluppa a livello delle cellule che formano il rivestimento interno della parete vescicale)

Cause dei Tumori maligni della prostata

I principali fattori di rischio per l’insorgenza di un tumore alla prostata sono:

  • L’età: le possibilità di ammalarsi crescono sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni.
  • La familiarità: il rischio di ammalarsi è doppio per chi ha un parente consanguineo con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
  • La presenza di mutazioni in alcuni geni (come BRCA1 e BRCA2, o del gene HPC1).
  • La presenza di alti livelli di ormoni come il testosterone, che favorisce la crescita delle cellule prostatiche, e l'ormone IGF1.
  • Lo stile di vita: una dieta ricca di grassi saturi, obesità, mancanza di esercizio fisico.

Sintomi dei Tumori maligni della prostata

Nelle sue fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico, tanto che il 30% circa dei casi vengono scoperti quando la malattia si è già diffusa oltre la ghiandola.


Quando la massa tumorale cresce, dà origine a sintomi urinari

  • difficoltà a urinare (in particolare a iniziare)
  • bisogno di urinare spesso
  • dolore quando si urina
  • sensazione di non riuscire a urinare in modo completo
  • sangue nelle urine o nello sperma

Ricordiamo che una leggera sintomatologia può in ogni caso essere manifestazione del cattivo stato del sistema urinario e che questo può, nel tempo, peggiorare. Dopo i 50 anni è pertanto necessario effettuare una visita urologica a scopo preventivo ogni 12 mesi.


Un’adeguata prevenzione permette di scoprire eventuali patologie allo stadio iniziale consentendo così di trattarle in maniera più efficace.

Diagnosi dei Tumori maligni della prostata

Nella maggioranza dei casi, la diagnosi di tumore della prostata si affida agli esami di screening (esami di controllo periodici condotti allo scopo di individuare una malattia prima che si manifesti attraverso sintomi).
Come anticipato, questi controlli fanno spesso parte di una visita medica di routine, svolta soprattutto negli uomini dopo i 40 anni. Il medico può anche raccomandare esami specialistici a causa di sintomi indicativi di un disturbo alla prostata. Gli esami comprendono:

  • Esplorazione Rettale: circa il 70% dei tumori si sviluppa vicino alla parte esterna della prostata e, in alcuni casi, sono già rilevabili tramite questo esame.
  • Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico): consiste in un prelievo di sangue per verificare il livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica che serve a fluidificare il liquido seminale. Livelli alti di PSA o livelli in crescita potrebbero indicare un tumore della prostata.
  • Biopsia: il medico può decidere di prescrivere una biopsia prostatica multipla per via transrettale, in anestesia locale, mediante centratura ecografica. Si tratta dell’unico test che possa identificare con certezza la presenza di cellule tumorali. La biopsia consente di prelevare da aree diverse della prostata piccoli campioni di tessuto, che vengono poi analizzati. 

 

Qualora gli esami dovessero rilevare la presenza di un tumore è possibile definirne la stadiazione attraverso:

  • Risonanza magnetica multiparametrica
  • TC addome pelvi con mezzo di contrasto
  • Scintigrafia ossea

     
In base allo stadio, al grado della malattia e al livello di PSA si assegnano le “classi di rischio", che indicano il rischio di progressione della malattia (ovvero di recidiva). Il medico, poi, propone al paziente quale o quali terapie sono più indicate.

 

In generale, tradizionalmente si considerano 3 classi di rischio:

  1. Rischio basso
  2. Rischio intermedio
  3. Rischio alto

 

In Fondazione CNAO ci occupiamo del trattamento dei tumori della prostata a rischio “alto”.

Trattamento dei Tumori maligni della prostata

In CNAO il trattamento con adroterapia per i tumori della prostata a rischio “alto” è oggetto di uno studio clinico che vuole valutare l’efficacia e la sicurezza di un sovradosaggio “boost”con ioni carbonio sulla prostata combinato a un trattamento con fotoni sui linfonodi e su aree a rischio di diffusione di malattia.

 

Rispetto ai fotoni lo ione carbonio ha un vantaggio sia fisico che biologico:

  • fisico perché è in grado di conformare molto bene la dose al target prostata risparmiando gli effetti tossici e funzionali sugli organi sani che la circondano (in particolare retto, vescica e bulbo penieno)
  • biologico perché riesce a vincere la radio resistenza delle forme più aggressive di questi tumori.

 

Gli schemi di trattamento attualmente attivi in CNAO per il trattamento del tumore alla prostata a rischio alto sono due: 

  • un trattamento curativo di routine, che prevede 16 frazioni dal lunedì al giovedì per quattro settimane;
  • un boost (sovradosaggio) di ioni carbonio a cui viene successivamente associato un trattamento di radioterapia convenzionale con fotoni

I dati raccolti fino ad ora nel nostro istituto dimostrano bassissima tossicità e ottima tollerabilità al trattamento.


Tutti i tumori alla prostata ad alto rischio prevedono poi anche una terapia di tipo ormonale; il riferimento per questo tipo di trattamento non è il medico radioterapista, ma l’urologo o l’oncologo.

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