L’intervista a Chiara Cormio, neolaureata in medicina e chirurgia
LA VINCITRICE DEL PREMIO ERMINIO BORLONI 2021
20 dic/21
Lunedì 13 dicembre la dottoressa Chiara Cormio è stata insignita del prestigioso “Premio Erminio Borloni” promosso per il terzo anno consecutivo dall’Associazione International Propeller Club di Milano in collaborazione con il CNAO. Dopo aver conseguito il diploma scientifico al liceo Galileo Galilei di Legnano, la dottoressa Cormio si è laureata a pieni voti in medicina e chirurgia all'Università statale di Milano. In un'intervista racconta il progetto di tesi con cui si è candidata e ha vinto l'importante riconoscimento che vuole onorare la memoria di Erminio Borloni (1936-2019), socio dell’International Propeller Club e già presidente della Fondazione CNAO.
Quando e come è venuta a conoscenza della terza edizione del premio "Erminio Borloni"?
L’ho scoperto grazie alla professoressa Jereczek, primario di radioterapia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e relatrice della mia tesi di laurea: fin dal primo giorno mi ha accolta con grande disponibilità ed entusiasmo e mi ha sostenuta con convinzione in questo ambizioso progetto. I suoi preziosi consigli sono stati poi fondamentali per portarlo a compimento con successo e soddisfazione.
In cosa consiste il progetto di tesi di laurea con cui si è candidata e ha vinto il concorso?
Lo scopo del progetto di ricerca era quello di valutare gli effetti a lungo termine e l’efficacia di un particolare regime di trattamento radioterapico adiuvante che ha il vantaggio di essere al tempo stesso intensivo e di breve durata. All’Istituto Europeo di Oncologia di Milano abbiamo analizzato retrospettivamente 518 donne in età premenopausale affette da tumore mammario in stadio iniziale che, da giugno 2004 a dicembre 2014, dopo un intervento chirurgico conservativo, hanno ricevuto un boost intraoperatorio anticipato di elettroni seguito dall’irradiazione dell’intera mammella secondo uno schema ipofrazionato. Il nostro studio ha valutato gli effetti a lungo termine in termini di sopravvivenza, tasso di recidiva locale e a distanza, tossicità acuta e cronica ed outcome estetico, mostrando ottimi risultati. In conclusione, questo regime di trattamento si è dimostrato sicuro ed efficace, pertanto è un’opzione praticabile nel trattamento del carcinoma mammario in stadio iniziale nelle giovani donne.
Quale consiglio darebbe alle giovani donne che hanno deciso di intraprendere un percorso di studi in medicina e chirurgia?
Consiglio di mettere sempre tanta passione in quello che fanno. Sicuramente l’impegno e la perseveranza sono aspetti imprescindibili in un percorso lungo e difficile come quello di medicina, ma vorrei poter dire loro anche di non lasciarsi abbattere dai momenti di difficoltà: come disse Winston Churchill “Il successo è passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.
Un ricordo in particolare legato alla sua esperienza universitaria?
Ricordo con molto affetto e nostalgia il mio primo tirocinio presso l'ambulatorio di chirurgia generale oncologica a cui devo molto sia dal punto di vista professionale che umano in quanto mi ha permesso sin da subito di avvicinarmi al mondo oncologico, ma soprattutto mi ha fatto scoprire l’importanza di lavorare in un team multidisciplinare – fondamentale per fornire al paziente le migliori cure.