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Tumori testa-collo: “Migliorare la diagnosi precoce”

Tumori testa-collo: “Migliorare la diagnosi precoce”

Valentina Terenzi, medico chirurgo, socia dell’AIOCC, Associazione Italiana di Oncologia Cervico-Cefalica e ricercatrice dell’Università di Roma La Sapienza.

18 set/19

Settembre è il mese della “Make Sense Campaign”, iniziativa europea di sensibilizzazione sui tumori testa collo: a suo avviso sono patologie sufficientemente conosciute? Si fa abbastanza per la corretta diagnosi e per la prevenzione?
Sebbene si calcoli che solo in Italia siano circa 104.000 le persone che convivono con un tumore del distretto testa-collo, queste patologie (che colpiscono in particolare viso, tiroide, cavo orale, laringe, faringe, ghiandole salivari,…) non hanno ancora la dovuta attenzione. Va migliorata la prevenzione, con maggiore attenzione ai fattori di rischio come alcool, fumo e cattiva igiene orale e incrementati gli sforzi per la diagnosi precoce che, insieme alle corrette terapie, riesce a fermare la malattia quasi nel 100% dei casi.
Accade ancora, però, che la diagnosi dei tumori “testa-collo”, a causa dei loro sintomi “subdoli” che possono essere confusi, per esempio, con semplici mal di gola, arrivi quando la malattia è già localmente avanzata. Per evitare che questo accada è essenziale anche la collaborazione con medici di famiglia e odontoiatri che possono intercettare prontamente i segnali della malattia.


Quali sono le terapie più efficaci nel contrastarli? Quali sono gli approcci terapeutici più innovativi a suo avviso?
La chirurgia ha fatto passi in avanti e oggi riesce a conciliare l’asportazione radicale con la salvaguardia dei tessuti sani grazie a strumenti come la chirurgia robotica e l’endoscopia chirurgica, e l’utilizzo dei lembi microvascolari permette anche in caso di resezioni estese di ottenere un adeguato risultato estetico-funzionale.
E’ in ogni caso essenziale la collaborazione tra chirurghi, oncologi e radioterapisti per avere successo nei casi più complessi: l’adroterapia con protoni e ioni carbonio è necessaria per colpire i tumori non operabili e resistenti alla radioterapia ai raggi X e anche l’immunoterapia sta dando risultati importanti.


AIOCC ha promosso un incontro al CNAO di Pavia con le associazioni di pazienti. Con quali obiettivi?
Ho avuto il piacere di partecipare all’incontro del 18 settembre, in rappresentanza del presidente di AIOCC, Valentino Valentini, finalizzato a favorire e diffondere maggiore informazione e più consapevolezza sull’accesso alle terapie dei pazienti colpiti da tumori testa-collo. AIOCC ritiene che in tutta Italia debbano essere adottati percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per garantire ai pazienti informazioni chiare, diagnosi adeguate e accessi rapidi alle terapie. Ci sono già regioni come ad esempio il Piemonte che hanno ufficialmente approvato percorsi di questo tipo, che, per funzionare, necessitano dell’apporto di equipe mediche multidisciplinari, ma possiamo fare di più: ancora oggi i pazienti segnalano a volte difficoltà ad avere risposte chiare e si sentono non sufficientemente supportati in un momento così difficile.

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