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Adroterapia per i “tumori femminili”: 2 studi al CNAO

TUMORI GINECOLOGICI E IONI CARBONIO:
CNAO IN PRIMA LINEA

12 nov/20

La radioterapia con ioni carbonio (CIRT, carbon-ion radiotherapy) come possibile trattamento per i tumori dell’area ginecologica è oggetto di ricerca a livello internazionale, soprattutto in Giappone, e negli ultimi anni gli studi condotti hanno dato risultati incoraggianti, sia per quanto riguarda i carcinomi della cervice uterina, le riprese pelviche di tumori ginecologici e i melanomi ginecologici.
Grazie alle caratteristiche fisiche e biologiche delle particelle, la CIRT rispetto alla radioterapia con fotoni consente di avere una distribuzione più mirata della dose e una maggiore efficacia biologica relativa, preservando i tessuti e gli organi sani circostanti il tumore. Si tratta dunque di una terapia non invasiva e potenzialmente efficace e sicura in caso di re-irradiazione nel distretto pelvico o nelle forme notoriamente radioresistenti come i melanomi ginecologici.
Il CNAO si inserisce attivamente nella ricerca in questo ambito con due studi, nei quali la CIRT è impiegata per il trattamento dei melanomi mucosi del basso tratto genitale femminile e per la
re-irradiazione di recidive pelviche laterali di neoplasie ginecologiche.
Su questo tema il CNAO organizza il 21 novembre un corso ECM che vedrà la partecipazione di medici di importanti istituzioni sanitarie e ospedali italiani e internazionali tra cui l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, l’ospedale San Matteo di Pavia, l’ASST Monza Milano e l’Aarhus University Hospital.
Per informazioni: https://fadginecologia.fondazionecnao.it/?utm_source=news-sito&utm_campaign=12-11-2020

Studio CYCLE: CIRT per il trattamento dei melanomi mucosi del basso tratto genitale femminile
I melanomi ginecologi sono neoplasie rare ma aggressive, a prognosi generalmente cattiva, che interessano principalmente la vulva: i melanomi vulvari, infatti, costituiscono una frazione compresa tra 2,4 e 10% di tutte le neoplasie della vulva e la loro incidenza è compresa tra 0,48 e 1,4 casi per milione di donne ogni anno. La localizzazione alla vagina o alla cervice uterina è ancora più rara.
Il trattamento di scelta, se applicabile, è la chirurgia, che però non sempre consente di ottenere la resezione completa e comporta rischi di complicanze postoperatorie. [3]
Per quanto riguarda la radioterapia, questi tumori sono radioresistenti e presentano una scarsa risposta anche a terapie con fotoni ad alte dosi che viene suggerita in letteratura come un’opzione per le forme non operabili e recidivanti [3]; [4]; [5]; [6]; [7]; [8]
Lo studio prospettico di fase 2 CYCLE [1] ha come obiettivi riprodurre i risultati ottenuti dagli studi NIRS in Giappone, promettenti in termini di progressione libera da malattia (PFS, progression-free survival) e controllo locale e valutare il profilo di safety della CIRT in pazienti con melanoma delle mucose del basso tratto genitale femminile.
Allo studio partecipano, oltre al CNAO, la Ginecologia oncologica e la Radioterapia oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, la Ginecologia oncologica e la Radioterapia oncologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, la Ginecologia Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT), l’Oncologia Medica dell’ ASST Spedali Civili di Brescia, la Ginecologia Oncologica dell’ ASST-Monza (Ospedale San Gerardo), la Ginecologia Oncologica dell’ IRCCS Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, la Radioterapia oncologica e la Ginecologia oncologica del Policlinico Gemelli di Roma.
L’endpoint primario è la PFS a 2 anni nelle pazienti con melanoma delle mucose del basso tratto genitale trattate con CIRT; gli endpoint secondari comprendono la OS, l’incidenza delle tossicità, il tasso di risposta secondo i criteri RECIST, la valutazione dell’associazione tra risposta clinica-radiologica a 6 settimane e tardiva (a 6 mesi) e la qualità di vita.
Nello studio possono essere arruolate donne con diagnosi di età compresa tra 20 e 80 anni, non in gravidanza o in allattamento, con diagnosi istologica di melanoma delle mucose del basso tratto genitale, senza estensione cutanea, con adeguata distanza dal retto e della vescica e in assenza di metastasi. Per essere incluse, inoltre, le pazienti non devono aver avuto un precedente tumore invasivo o devono essere libere da malattia da almeno 3 anni; infine, non devono essere state trattate con radioterapia in precedenza e non devono avere controindicazione all’esecuzione della risonanza magnetica.
Il protocollo prevede un trattamento di adroterapia con ioni carbonio fino alla dose totale di 68.8 Gy RBE, erogata in 16 frazioni (4 frazioni a settimana). La durata prevista del trattamento è di 4 settimane. L’associazione con l’immunoterapia che può essere somministrata in base al profilo molecolare, ma non in concomitanza a CIRT, non è elemento di studio in questo protocollo.
Lo studio avrà una durata totale di 5 anni, 2 anni di arruolamento e 3 di follow-up.

Studio CYCLOPS: Re-irradiazione con ioni carbonio delle recidive pelviche laterali di tumori ginecologici
L’altro studio prospettico di fase II avviato al CNAO è dedicato alla re-irradiazione con CIRT delle recidive pelviche laterali di neoplasie ginecologiche insorte in campo di precedente radioterapia[2].
Insieme al CNAO, sono coinvolti nella sperimentazione la Ginecologia oncologica e la Radioterapia oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, la Ginecologia oncologica e la Radioterapia oncologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, la Ginecologia Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT),la Ginecologia Oncologica e la Chirurgia generale della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, la Ginecologia Oncologica e la Radioterapia Oncologica del Policlinico Gemelli di Roma, la Ginecologia Oncologica dell’ASST-Monza Ospedale San Gerardo

I risultati di uno studio condotto dal NIRS in Giappone su 16 pazienti con recidiva linfonodale di neoplasie ginecologiche insorte in una pelvi precedentemente radiotrattata e trattati con CIRT, indicano tassi di controllo locale di malattia a 3 anni del 94%, di OS del 74% e di PFS del 55%. Lo studio CYCLOPS si propone di replicare questi risultati in termini di controllo locale di malattia in pazienti con recidive pelviche laterali, non operabili,di tumori ginecologici precedentemente trattati con radioterapia.
L’endpoint primario è il tasso di controllo locale a 1 anno, definito come assenza di progressione di malattia; gli endpoint secondari sono la OS, l’incidenza di tossicità, il controllo dei sintomi valutato attraverso la riduzione del dolore e l’aumento o riduzione dell’uso di analgesici e il successo della terapia nei sottogruppi stratificati per istologia (adenocarcinoma e carcinoma squamocellulare).
Possono essere incluse pazienti adulte, con diagnosi istologica o radiologica di recidiva pelvica, per le quali è controindicata la chirurgia radicale, già trattate in precedenza con radioterapia. Inoltre, non devono essere presenti metastasi a distanza e infiltrazioni dell’intestino, della vescica o dei vasi sanguigni; di fondamentale importanza, alla luce della sua nota radiosensibilità, è la distanza della malattia dalle anse intestinali ( che hanno già ricevuto una precedente dose di radioterapia) e la possibilità, se tale distanza non fosse sufficiente, di effettuare, previa discussione multidisciplinare del caso, una chirurgia preparatoria per distanziare le anse intestinali.
Le dosi previste per la radioterapia con ioni carbonio sono comprese tra 48 e 52,8 Gy (RBE) in 12 frazioni, con 4 frazioni a settimana, per una durata totale del trattamento di 3 settimane.
Lo studio avrà una durata totale di 3 anni, 2 anni di arruolamento e 1 di follow-up.

Reference
1. CNAO 40-2020 C CYCLE. Carbon ion radiation therapy in the treatment of mucosal melanomas of the female lower genital tract (CYCLE)

2. CNAO 41-2020 C CYCLOPS. Phase II clinical study on the re-irradiation of lateral pelvic recurrences of gynecological malignancies (CYCLOPS)

3. Gadducci A, Carinelli S, Guerrieri ME, Aletti GD. Melanoma of the lower genital tract: Prognostic factors and treatment modalities. Gynecol Oncol. 2018 Jul;150(1):180-189. doi: 10.1016/j.ygyno.2018.04.562. Epub 2018 May 1. PMID: 29728261.

4. Frumovitz M, Etchepareborda M, Sun CC, Soliman PT, Eifel PJ, Levenback CF, Ramirez PT. Primary malignant melanoma of the vagina. Obstet Gynecol. 2010: 116: 1358-65.

5. Piura B. Management of primary melanoma of the female urogenital tract Lancet Oncol. 2008; 9: 973-81.

6. Irvin WP Jr, Bliss SA, Rice LW, Taylor PT Jr, Andersen WA. Malignant melanoma of the vagina and locoregional control: radical surgery revisited.  Gynecol Oncol. 1998;71:476-80.

7. Kirschner AN, Kidd EA, Dewees T, Perkins SM. Treatment approach and outcomes of vaginal melanoma. Int J Gynecol Cancer. 2013; 23: 1484–9.

8. Androutsopoulos G, Terzakis E, Ioannidou G, Tsamandas A, Decavalas G. Vaginal primary malignant melanoma: a rare and aggressive tumor. Case Rep Obstet Gynecol. 2013; 2013: 137908

 

 

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