Tumore al pancreas: “Serve un’alleanza”
Tumore al pancreas: “Serve un’alleanza”
10 set/19
Lorenzo Cobianchi, chirurgo del Policlinico San Matteo di Pavia, spiega perché i medici specialisti, chirurghi, radioterapisti e oncologi, devono rafforzare sempre più la loro collaborazione per migliorare la prognosi del tumore del pancreas.
Il tumore del pancreas è una delle forme tumorali più gravi e più difficilmente curabili. Come può migliorarne il trattamento un approccio multidisciplinare che vede sempre più la combinazione tra chirurgia, chemioterapia e radioterapia?
In effetti l'adenocarcinoma del pancreas rimane una delle neoplasie maligne più aggressive che esistano. Esso risulta essere il tumore la cui prognosi a fatica riesce a migliorare nonostante l'evoluzione delle terapie. Oggi le cure in ambito oncologico hanno la necessità di essere sempre più integrate, adattate al singolo paziente e gestite in maniera multidisciplinare nell'ottica della cosiddetta medicina di precisione. In questa senso la combinazione tra chirurgia, chemioterapia e radioterapia applicate in maniera integrata sembrano essere il trattamento che meglio possa influenzare la prognosi dei tumori pancreatici.
Quali sono i fattori di rischio cui prestare attenzione?
I fattori di rischio di questo tipo di tumore sono rappresentati dal fumo di sigaretta, una dieta ricca di grassi animali, l'obesità, la pancreatite cronica, la familiarità. Purtroppo i sintomi della malattia sono spesso tardivi e aspecifici. Non abbiamo ad oggi test di screening per una diagnosi precoce.
Con CNAO state portando avanti lo studio “PIOPPO”, uno studio clinico sul tumore del pancreas operabile, per migliorare la prognosi dei pazienti. Può spiegarci di cosa si tratta e a che punto è?
Nell'ottica del miglioramento della prognosi con CNAO è stato proposto questo nuovo protocollo terapeutico sperimentale che vede la combinazione di chemioterapia, terapia con ioni carbonio e chirurgia nell'ottica di un approccio integrato al trattamento dei pazienti affetti dal tumore del pancreas. Questa terapia è sperimentale, e va applicata a casi selezionati. Il protocollo sperimentale è solo all'inizio e muove dai risultati dei colleghi giapponesi che da qualche anno trattano una parte dei loro pazienti con questo tipo di trattamento.
Come vede il sistema sanitario pavese? Cosa va migliorato per mantenere l’eccellenza e la competitività per esempio con la vicina Milano?
Va detto che il sistema sanitario pavese è all'avanguardia, la competizione a livello nazionale è, per fortuna, molto elevato e ci sono ampie possibilità di miglioramento. Mantenere l'eccellenza in ambito sanitario significa investire nella ricerca, lavorare di concerto con le diverse realtà locali mantenendo sempre al centro della questione il paziente.