Il musicista Eros Cristiani racconta il suo intervento in questo progetto
Ritratti di donna: arte, moda e musica in sinergia per le pazienti oncologiche
04 mar/24
L’evento dell’8 Marzo vuole essere il diritto per le pazienti di tornare a riappropriarsi della propria femminilità, di un ritrovare un benessere che può passare anche attraverso l'arte, la musica e tutto ciò che concorre in qualche modo al nostro benessere spirituale oltre che fisico.
Il Maestro Eros Cristiani ci racconta della sua performance, delle frequenze vibrazionali e come sarà concepito il suo intervento.
Si tratta un lavoro fatto su dei brani, delle composizioni originali che creo io e che possono essere riferite a un genere che io definisco neoclassico.
Brani costruiti con una certa metodica con lo scopo di riuscire a trasmettere delle emozioni attraverso, appunto, la vibrazione sonora.
Le note musicali sono fatte da frequenze, da vibrazioni. Quindi, oltre all’esperienza, bisogna approfondire bene il linguaggio e cercare di veicolare in maniera responsabile l'impronta sonora che si manda al pubblico. In questa maniera, riesci a creare un un'emozione e riesci a trasmettere una variazione dello stato d'animo. Ad esempio le mie composizioni sono in 432Hz, una frequenza che risulta più rilassante e più tranquilla all'ascolto rispetto a quella a cui siamo di solito abituati.
Il lavoro che sta alla base della costruzione di una composizione
Mentre costruisco una composizione cerco di creare una valenza con delle “compressioni” che in pratica suscitano degli stati emozionali diversi
Il tratto più importante di quello che sarà il mio intervento sarà quello dell'esperienza legata al ritratto musicale.
Il ritratto musicale è un momento in cui entro in empatia con la persona che ho davanti. Seduta davanti a me, guardandola negli occhi e in tempo reale cerco di ricreare musicalmente quello che è il suo percorso di vita. Quindi è un'esperienza molto forte, sia per me che per la persona per la quale realizzo il ritratto musicale, le note che la descrivono.
Nell’evento dell’8 Marzo, non incontrerò prima le pazienti alle quali regalerò il ritratto musicale, cercherò di non avere nessun tipo di comunicazione prima con loro, perché cerco e voglio un impatto nel momento in cui si siederanno accanto a me al pianoforte e in quel momento di massima empatia riesco a cogliere le note che mi mandano. In sostanza è come se entrassimo in connessione e questa connessione fa sì che io riesca a ritrasmettere in musica quello che il volto e le emozioni della paziente mi trasmettono.
Il ritratto musicale credo che sia qualcosa di unico, non ho mai incontrato nessun altro che facesse qualcosa di simile, è un’esperienza molto molto forte, anche per me: in quel momento divento mezzo di trasmissione, come se fossi uno strumento che viene suonato dalle vibrazioni che emette la persona con cui creo questa empatia.
Un aspetto molto importante è quello di regalare benessere all'anima, queste persone hanno bisogno di ricrearsi e di avere dei momenti di gioia, di serenità. Quello che cerco di fare con la mia musica è questo, la parte più importante, la sento come una responsabilità molto alta quella del riuscire a dare dei momenti di gioia di serenità legati a tutte le emozioni che trasmetto attraverso il mio modo di suonare e le mie composizioni.