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Al CNAO è attivo un servizio gratuito di supporto psicologico per pazienti e caregivers

“PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA A SOSTEGNO DEI NOSTRI PAZIENTI”

25 nov/21

La diagnosi di tumore e la necessità di affrontare un percorso di terapia spesso portano a conseguenze a livello psicologico in pazienti e caregivers. Nella presa in carico del paziente risulta fondamentale non solo individuare il trattamento più adeguato alla patologia, ma anche e soprattutto affiancarlo fornendo gli strumenti necessari per poter affrontare l’iter terapeutico nel più sereno dei modi.
La dottoressa Veronica Borelli, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, racconta in un’intervista il suo lavoro al CNAO dove, dal 2018, è attivo uno sportello di ascolto psicologico per il paziente e i suoi familiari.

Cosa possono fare psicologia e psicoterapia per aiutare i pazienti oncologici e i loro familiari ad affrontare la diagnosi e il percorso di cura? Che tipo di sostegno offre lo sportello di ascolto psicologico del CNAO e come vi si accede?

Il cancro è tra gli eventi traumatici che maggiormente possono colpire la persona nell’identità profonda. L’impatto emotivo al momento della diagnosi è destabilizzante e contraddistinto da un forte senso di impotenza, paura, angoscia, disperazione, frustrazione, rabbia e confusione. Inoltre, tale tipo di diagnosi determina notevoli ripercussioni sull’equilibrio della struttura familiare.
Secondo le linee guida della Società Italiana di Psiconcologia, le finalità di un intervento psiconcologico sono di aiutarlo durante tutto il decorso della malattia e nei momenti particolarmente destabilizzanti, dalla diagnosi alla guarigione o all’exitus, cercando di contenere e gestire i sintomi psicologici che lo affliggono e modificare i comportamenti a rischio rispetto al possibile peggioramento delle sue condizioni psicofisiche generali.
Le stesse linee guida propongono un intervento di sostegno anche nei confronti della famiglia del paziente per aiutarla durante tutto l’iter clinico e favorire il processo di elaborazione del lutto dopo la morte del paziente.
Lo sportello di ascolto psicologico del CNAO nasce per fornire un aiuto ai pazienti e ai familiari afferenti al Servizio. Viene effettuato un primo colloquio conoscitivo e anamnestico durante la prima visita accanto alla prima visita infermieristica ed alla prima visita medica e successivamente è possibile chiedere un ulteriore colloquio e/o un percorso di supporto durante tutto l’iter di cura rivolgendosi al medico referente o direttamente all’accettazione che provvederà a fissare un incontro. È, inoltre, possibile supportare i pazienti che soffrono di una forte sintomatologia ansiosa durante la fase di preparazione al trattamento nel momento della costruzione della maschera per la radioterapia.
             
Quale rapporto si instaura con i medici e con le altre figure professionali che assistono i pazienti nel Centro?

Il tipo di intervento strettamente individualizzato e che pone al centro della cura la persona permette al paziente di sentirsi accolto e ascoltato, inserito all’interno di un’equipe multidisciplinare che ha il compito di occuparsi di svariati aspetti, tutti fondamentali per consentire al paziente di sentirsi membro attivo e non spettatore passivo all’interno del proprio percorso di cura. Le sensazioni predominanti iniziali, infatti, accanto alla paura, sono quelle legate all’incertezza, alla confusione ed al disorientamento. Il sentirsi parte attiva di un sistema permette di calmare le fisiologiche reazioni di ansia e di fornire una maggiore compliance alla cura evitando di conseguenza il rischio di drop-out (ndr. abbandono).

Nella presa in carico del paziente si sta acquisendo maggiore consapevolezza dell'importanza di un approccio che va oltre la diagnosi e il trattamento e che, mettendo la persona al centro, offre il sostegno necessario per affrontare la terapia, incluso il supporto psicologico. Come si sta muovendo in questo senso il nostro Paese?

La prospettiva psicosociale in oncologia si sviluppa negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando negli Stati Uniti si costituiscono le prime associazioni di pazienti laringectomizzati, colostomizzati e di donne operate al seno. Psicologi e psichiatri contribuiscono ad accrescere con le loro attività le conoscenze sulla qualità di vita del paziente descrivendone le fasi di adattamento alla patologia. In Italia, gli anni Settanta sono caratterizzati da un crescente interesse per tale approccio da parte dell’oncologia, della psicologia e della psichiatria. La nascita di questo coinvolgimento è la risposta alle aumentate possibilità di cura dei tumori, al crescente numero del malati che accettano di parlare apertamente della propria esperienza, alla tendenza a coinvolgere il paziente nelle decisioni relative ai trattamenti, alla crescente partecipazione dei professionisti della salute mentale alla cura dei pazienti affetti da cancro, infine alle ricerche sul ruolo dei fattori psicologici e comportamentali nella prevenzione delle patologie oncologiche.

 

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