UNA NUOVA IMMAGINE DI SE’: LA SESSUALITA’ RITROVATA

La sessualità è un bisogno primario dell’essere umano, per questo è importante prendersi cura del proprio benessere sessuale, anche e specialmente quando ci si trova in condizioni di malattia. Ne parliamo con la Dott.ssa Raffaella Balestrieri, Sessuologa, Psicoterapeuta e docente all’Università degli Studi di Milano.
 
Cos’è la sessualità?

L’OMS  definisce la sessualità  un aspetto fondamentale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita. Non comprende esclusivamente il sesso, sessualità è anche identità, ruoli di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità e riproduzione e si esprime in tutto ciò che siamo e viviamo con pensieri, fantasie, desideri, credenze, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Durante il ciclo di vita di un essere umano, la sessualità si modifica e cambia a seconda delle persone, dell'età, delle situazioni. Tuttavia, non è mai migliore o peggiore: è semplicemente diversa. Poiché è strettamente legata ad emozioni anche intense, all’immagine di sé. Le problematiche legate a queste emozioni sono molto soggettive e spesso nascono da una mancata corrispondenza tra una sessualità desiderata e una sessualità percepita.

Perché è importante parlare di sessualità in medicina?

In medicina sono molte le condizioni cliniche in cui la sessualità è in un certo qual modo implicata, naturalmente esistono le disfunzioni sessuali che possono insorgere anche in assenza di una condizione clinica, quindi anche se un soggetto è in salute. Ma molto spesso il medico si trova difronte a problematiche sessuali che emergono in concomitanza di una patologia o di un evento clinico, come per esempio un intervento chirurgico, la gravidanza, la disabilità, etc. In quest’ottica risulta importante affrontare e preservare il benessere sessuale della persona malata o, in generale, in un momento particolare di cambiamento. In particolare la malattia oncologica ha a che fare con la sfera della sessualità per gli eventuali danni causati da potenziali effetti collaterali legati ai trattamenti. Oggi, in ambito sanitario, l’attenzione al benessere sessuale del paziente rappresenta l’opportunità di garantire una cura completa e una migliore qualità della vita correlata alla patologia. Nonostante ciò, sono ancora molti i pazienti malati di tumore che non ricevono risposte adeguate riguardo la sfera della sessualità e, dato l’aumento delle percentuali e dei tempi di sopravvivenza, diventa necessario affrontare anche gli aspetti legati alla vita sessuale per offrire una cura completa.

Come si può aiutare il paziente a prendersi cura del proprio benessere sessuale?

E’ fondamentale che i pazienti si sentano legittimati e sostenuti alla ripresa della propria sessualità e alla modifica del proprio stile di vita, anche se riscontriamo tuttavia una difficoltà comunicativa in tal senso. Parlare di sessualità oggi è ancora difficile sia per il medico che per l’assistito, ma l’evasività e la reticenza assumono per il paziente un significato ben preciso: la sessualità non è importante e il sesso va messo da parte. Alcune persone ricorrono quindi al self help, altre rinunciano definitivamente al benessere sessuale. Il primo interlocutore rimane comunque il medico curante, la letteratura evidenzia ancora molte barriere che rendono difficile la comunicazione medico-paziente in quest’area, come per esempio il linguaggio da adottare, la mancata formazione, fattori culturale o ideologici, tabù o pregiudizi. Quando è possibile può essere concordato un invio al sessuologo clinico. [1]

Come si svolge la sua attività con le persone malate di tumore?

La letteratura evidenzia ricadute negative sulla sessualità e in generale sulla percezione dell’immagine corporea che ad essa è strettamente collegata. Molteplici contributi suggeriscono l’importanza di interventi psicoeducativi in piccoli gruppi, ideali per i pazienti sulla gestione di una malattia e dei suoi effetti collaterali organici ed emotivi. Alla luce di quanto emerge in letteratura, conduco piccoli gruppi di pazienti che condividono la stessa patologia, ad esempio per quanto riguarda l’area maschile sono stati svolti gruppi di uomini sottoposti a prostatectomia con risultati molto interessanti, proprio rispetto all’area della sessualità e in particolare rispetto al desiderio sessuale. [2]
Per quanto riguarda l’area femminile sono stati condotti gruppi di donne sottoposte a mastectomia e ultimamente, in collaborazione con l’associazione "Le Perle di Lunia" e da un’idea della Dott.ssa Caterina Giannitto, viene offerto un percorso webinar dedicato agli aspetti della sessualità rivolto alle donne affette da tumore testa-collo [3]. In particolare il percorso, dal titolo: “In gran segreto”, ha come obiettivo principale il recupero del benessere sessuale e la consapevolezza di una sessualità cambiata, alternativa, ma appagante e vitale.

“In gran segreto - spiega la Dott.ssa Caterina Giannitto - è uno dei progetti che la nostra associazione Le Perle di Lunia ha pensato per dare sostegno e assistenza alle pazienti per ritrovare se stesse dopo gli interventi e le cure, raggiungendo un nuovo benessere sotto il profilo fisico, psicologico, estetico e relazionale. Sul nostro sito le pazienti, ma anche i caregiver, possono iscriversi ai diversi progetti, dallo Yoga della Risata ai webinar con esperti, fino agli sportelli di counseling".

1.    Ng CJ1, McCarthy SATeaching medical students how to take a sexual history and discuss sexual health issues.The Medical Journal of Malaysia, 01 Dec 2002, 57 Suppl E:44-51
2.    Raffaella Balestrieri, Luca Barlascini, Gennaro Musi, Ottavio de Cobelli, Elena Vegni . Soddisfazione sesso-relazionale e prostatectomia radicale robot assisted. valutazione dell’efficacia di un intervento psicoeducativo. RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA,2013
3.    https://www.leperledilunia.it/