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L'intervista a Erminia, il fisico "cresciuto con il Cnao"

Non abbiate paura di dedicarvi
alla scienza

17 set/20

Erminia Bressi, 37 anni, si laurea in fisica delle alte energie all’Università di Pisa nel 2006. Prepara la sua tesi lavorando nei Laboratori Nazionali di Frascati, specializzati nella ricerca per la fisica nucleare e subnucleare. A Frascati Erminia si specializza soprattutto sugli acceleratori di particelle, come quelli del CERN di Ginevra.
Nel 2007 arriva a Pavia dove all’epoca si stava costruendo il CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica. Da quel momento in poi, la sua storia e quella del CNAO si intrecciano dando vita a un legame professionale e affettivo indissolubile, oggi più saldo che mai.

Erminia, in cosa consiste la tua attività al CNAO?
Io sono un fisico delle particelle e al CNAO mi occupo di fisica degli acceleratori. Nello specifico, ho la qualifica di “ottico”, la figura professionale preposta studio delle caratteristiche che il fascio deve avere per arrivare al paziente. Nelle mie giornate lavorative mi occupo di tutte le regolazioni di macchina che servono per ottenere l’intensità di particelle e la dimensione del fascio desiderate. Parallelamente, faccio anche ricerca e studio possibili nuovi tipi di particelle da utilizzare sia per esperimenti di radiobiologia sia per la cura dei tumori.


Tu sei al CNAO da molti anni, letteralmente l’hai visto nascere… Qual è stato il tuo percorso al Centro?
Eh sì…A un mese dalla laurea sono venuta a fare un colloquio qui a Pavia perché cercavano un ottico di macchina per quell’innovativo “CNAO” che era in via di sviluppo. Io ho seguito tutte le fasi del processo: dal primo “pezzettino” di macchina installato agli sviluppi più recenti, fino ad oggi. Posso affermare, con orgoglio, di essere cresciuta con il CNAO.
L’impianto del CNAO è costituito da un sincrotrone, un sofisticato acceleratore di particelle formato da tanti elementi di tecnologia all’avanguardia, come i magneti comandati da alimentatori che a loro volta dipendono da un sistema di controllo che ci permette di aver la gestione in tempo reale di tutta la macchina. Io ed altri colleghi, durante la fase di commissioning, abbiamo messo a punto tutte le regolazioni dei macchinari in modo da saper prevedere le caratteristiche del fascio. Negli anni abbiamo realizzato dei sistemi di controllo per la gestione degli allarmi che ci dicono in tempo reale se il fascio ha le caratteristiche per poter arrivare al paziente.

Parliamo ora di una bellissima iniziativa nata per avvicinare i giovani al mondo della scienza, le visite guidate del CNAO. Tu hai partecipato sia a quelle in presenza sia a quelle virtuali, organizzate nel rispetto delle regole fissate per ridurre la diffusione del Covid-19. Qual è stato il riscontro che avete avuto da giovani e insegnanti?

Si tratta di un’iniziativa che ha avuto grande successo. Durante le visite in presenza, ho notato che i ragazzi avevano più timore a fare domande, forse perché un po’ in soggezione data la partecipazione di un team di esperti che non conoscevano. La visita virtuale, invece, fa cadere ogni tipo di inibizione e i ragazzi sono molto partecipativi e interessati.

La fisica in Italia è uno dei settori in cui la ricerca è più avanzata. Come ti immagini il futuro di questa disciplina fra qualche anno?

I grandi risultati ottenuti dalla fisica applicata alla medicina hanno fatto “aprire gli occhi” a quanti pensavano che la ricerca in ambito fisico fosse fine a sé stessa. Personalmente, auspico una sempre maggiore sensibilizzazione in questo senso e mi auguro che il mondo della ricerca abbia orizzonti sempre più ampi. Ora più che mai le persone, i giovani soprattutto, sono sempre più consapevoli di quanto la scienza sia fondamentale per garantire una migliore qualità di vita.

Vuoi lanciare un messaggio ai giovani che si avvicinano alla scienza in questo periodo difficile e dagli equilibri delicati?

A loro, soprattutto alle ragazze, dico sempre: coltivate i vostri sogni, non abbandonateli per paura di dover fare rinunce. Io sono un fisico, ma sono anche una mamma e ho una famiglia.
Con piccoli sacrifici si può fare tutto, non abbiate paura di dedicarvi alla scienza.

 

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