La storia di Christian: “Voglio cogliere tutte le opportunità che la vita mi offre”
La storia di Christian: “Voglio cogliere tutte le opportunità che la vita mi offre”
Christian Suriano ha 44 anni e tre figli di 16, 15 e 11 anni. È di Cagliari. Lavora come direttore della casa di riposo "Anni d’Oro" di Flumini di Quartu Sant’Elena a pochi chilometri dal capoluogo sardo.
19 lug/17
Nel febbraio del 2017 ha scoperto di avere una tra le forme più aggressive di cancro, un carcinoma adenoideo cistico, e da poco ha concluso un ciclo di adroterapia al CNAO di Pavia. In questa intervista ci spiega come ha scelto di vivere tutto con coraggio, ottimismo e apertura verso il mondo.
Hai scelto di raccontare la tua storia sui media e sui social network. Perché?
Perché mi sono reso conto che anche la malattia può essere un’opportunità e che per vivere al meglio questo momento della mia vita servono positività e ottimismo evitando di farmi condizionare da emozioni negative e di sconforto. Ora voglio cogliere ancora di più tutte le opportunità che la vita mi offre anche in questo periodo.
In questi mesi il mio approccio quotidiano, nonostante i dolori, la fatica e i continui viaggi, mi ha permesso di capire che ciò che conta per il benessere non è quello che ci capita ma il modo in cui scegliamo di affrontarlo.
Nella mia esperienza di cura ho purtroppo visto tante persone malate e i loro familiari in situazioni di sconforto. C’è un messaggio nuovo che le persone che incontrano questa malattia hanno il diritto di ricevere: si può vivere la propria vita e la malattia come nuove opportunità di rinascita consapevole.
Inoltre vorrei contribuire a far conoscere l’adroterapia un’arma molto avanzata contro alcuni tumori come il mio, e il CNAO è uno dei pochi centri al mondo in grado di offrirla.
Su Facebook hai suscitato molto interesse e hai ricevuto tantissimi messaggi.
Sì, tramite i social ho ricevuto e continuo a ricevere tante richieste d’aiuto da malati e familiari, che si ritrovano nella mia esperienza.
Su Facebook partecipo attivamente anche a un gruppo che si chiama “Dancing in the rain”, frequentato soprattutto da persone che lottano contro il cancro. Mi rivolgono domande, condividiamo esperienze e racconti. Aprirsi agli altri e raccontarsi è fondamentale: il dolore ti uccide solo se lo tieni dentro. Va sempre tirato fuori e trasformato in racconto per sé stessi e per gli altri.
Christian, dove trovi la forza?
La forza nel vivere questo momento la trovo dentro di me, è frutto di un investimento di crescita e arricchimento culturale proteso al benessere che porto avanti da alcuni anni. Stare in contatto con la famiglia e le persone che mi vogliono bene nel quotidiano e nel mio lavoro mi riempie di energia positiva.
Tu sei direttore di una casa di riposo. Cosa ti ha insegnato il tuo lavoro a contatto con gli con gli anziani?
Sono eccezionali e hanno moltissimo da dare e da insegnare, se sono trattati come persone e non come pazienti. Questo è stato illuminante quando io stesso sono diventato un paziente.
Fin da subito ho desiderato che tutti mi trattassero semplicemente come una persona e non come un malato. Chi è colpito dal cancro non cerca commiserazione, non ha bisogno di sentirsi chiedere ogni 5 minuti “Come stai?”, ha solo bisogno di affetto e amicizia vera.
Per gli anziani che vivono nella mia residenza è esattamente la stessa cosa. Con una di loro, Gesuina, che nei primi giorni era triste e taciturna, ho stretto un patto: ci siamo promessi che ogni giorno ci saremmo salutati con un bacio. Un piccolo gesto che le ha fatto capire che poteva trovare affetto e considerazione. Si è creato un rapporto bellissimo.
Un altro nostro “residente” eccezionale è Nazareno, 99 anni: ammiro la sua cultura, la gioia di vivere e le sue battute di spirito.
La tua storia ha colpito anche la Nazionale italiana di rugby…
Sì, i giocatori della Nazionale ne sono venuti a conoscenza attraverso un ex giocatore che ha letto la mia storia su Facebook. La loro risposta è stata meravigliosa: hanno postato delle loro foto con cartelli con su scritto “Forza Christian”, “Non mollare”, “Siamo con te” ma soprattutto “faccio il tifo per te” che è diventato il mio motto.
Li ringrazio, un’emozione bellissima.