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Intervista a Francesca Del Rosso autrice del libro “Wondy, ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro”.

Intervista a Francesca Del Rosso autrice del libro “Wondy, ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro”.

26 ott/15

12 dicembre 2016: Wondy ci ha lasciato. Lo ha annunciato su Twitter il marito Alessandro Milan, giornalista di Radio 24. https://twitter.com/alinomilan/status/808107508627808260

Wondy è lo pseudonimo di Francesca Del Rosso, giornalista, scrittrice, madre di due bambini. Una sera d’estate la scoperta di un nodulo al seno; poi gli esami, la diagnosi di cancro, l’intervento, la chemioterapia…

Nel suo blog su vanityfair.it "le chemio-avventure di Wondy” racconta, con ironia e determinazione, la sua esperienza e le sue battaglie contro la malattia.

1.   Ti sei data lo pseudonimo di un supereroe (Wondy è il diminutivo di Wonder Woman) perché, come spieghi nel tuo libro “Wondy, ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro” (Rizzoli - Bur edizioni), le persone per sconfiggere la malattia diventano supereroi. Quali sono i “superpoteri” che hai scoperto di avere in questi anni?

Intanto sono convintissima che siamo tutti supereroi senza saperlo! Di fronte a una malattia o una difficoltà della vita succede che ci accorgiamo di avere dei “superpoteri”, delle energie e un coraggio che non immaginavamo di avere. Per questo il soprannome che mi avevano dato da ragazzina è tornato in auge quando mi sono ammalata e ci ho "giocato" volentieri. Io, come moltissime altre donne, ho tirato fuori la supereroina che è nascosta dentro tutte noi. Cosa serve? Coraggio, ma anche tanta ironia. Poi è essenziale cercare di essere positivi, di vedere il bicchiere mezzo pieno: sembra impossibile di fronte ad un tumore ma invece lo è. Bisogna pensare alla possibilità di guarire, tenere presente che esistono strutture eccellenti e farsi aiutare dalle associazioni. Esiste un grande network di donne che si aiutano e che si mettono a disposizione per dare supporto e consigli. Il motivo per cui ho scritto questo libro è proprio questo: mettere a disposizione di altre donne - ma anche dei loro cari - quello che ho imparato. E non farle sentire sole. 

2.   Sei stata protagonista di una bellissima campagna social #CancroNonParole sull’abuso della parola cancro nei contesti più vari. Quali sono le frasi che un malato di cancro non vorrebbe mai sentirsi dire?

Questa campagna è nata quando ho sentito per l’ennesima volta parlare di cancro o di metastasi associandolo a piaghe sociali come la droga, la mafia o il terrorismo (lo hanno fatto anche il Papa e Barack Obama!). Ma come si fa a dire a una persona malata di cancro che potrà guarire quando tutti usano questa parola con un’accezione così negativa? Perché è così difficile capire che chi poi si ammala davvero, ne può soffrire? Non si pensa abbastanza al valore delle parole e alle conseguenze dell’uso che se ne fa.

Le frasi che non vorremmo mai sentirci dire sono moltissime, nel mio libro ne ho elencate almeno 10! Se devo fare una scelta direi “Se ti ha colpito un peso così grande, significa che hai la forza per sostenerlo” – inquietante - oppure “E’ un tumore da cui si guarisce, lo dicono le statistiche” – e se fossi nella percentuale di chi non ce la fa? Ecco, forse è meglio evitare certe frasi, forse non vorremmo sentirci dire niente e magari preferiremmo un gesto di attenzione, come la spesa fatta, un abbraccio, una gentilezza…

3.   Sempre più spesso si legge sui media o sul web di fantomatiche cure “alternative” che guarirebbero dal cancro: l’attività fisica più efficace della chemio, metodi miracolosi che risveglierebbero il sistema immunitario con terapie psicologiche... e così via. Come difendersi da queste “bufale”?

Purtroppo chi ha una malattia vuole tentare tutte le strade possibili ed è lì che si infilano gli stregoni e i truffatori. La prima cosa che mi sentirei di suggerire è di cercare di informarsi, anche su Internet (impensabile che una persona non lo faccia), ma poi di discernere e questa è la cosa più difficile perché molte persone non hanno gli strumenti per farlo. Per questo sono fondamentali le associazioni: sono un punto di riferimento che può indirizzare e aiutare a distinguere tra quelle cure “alternative” ma che non dovrebbero mai esserlo rispetto alle cure scientificamente fondate e le cure di supporto, che possono dare un aiuto, anche dal punto di vista psicologico. Se una persona vuole provare anche altre strade che lo facciano star meglio – che sia l’agopuntura, il reiki o... lo shopping! – perché non farlo? Ma mai abbandonare le terapie suggerite dai medici.

4.   Oltre che scrittrice, sei un’appassionata lettrice: quali sono i tuoi suggerimenti per l’estate?

Ovviamente oltre a “Wondy, ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro”, mi vengono in mente La Mennulara di Simonetta Agnello Hornby, la storia di una donna forte, Le braci di Sandor Marai, storia di amicizia tra due uomini (il mio libro preferito) e La luce che brilla sui tetti di Maria Giovanna Luini, un medico che racconta della malattia con una grande positività. Per chi ama il genere tra il thriller e lo psicologico suggerisco L’avversario di Emmanuel Carrere.

Poi a fine settembre uscirà il mio prossimo libro e questa volta non parlerò della mia malattia ma della storia di un'amicizia tra due donne. Un'amicizia che dura una vita.

Buone vacanze e buona lettura, con l’augurio – che ripeto sempre a me stessa – di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, possibilmente di… mojito!

Francesca Del Rosso Wondy

@wondy74

fb @francescadelrossowondy

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