Le terapie anticancro più innovative
Le terapie anticancro più innovative
Roberto Orecchia

Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata contro il cancro. Quali sono oggi le terapie innovative più promettenti?
Negli ultimi anni la ricerca ha portato alla possibilità di utilizzare nuove strategie contro il cancro, in particolare quelle relative alla medicina di precisione. Sicuramente i farmaci biologici stanno dimostrando la loro efficacia. Sono molecole in grado di colpire particolari recettori molecolari presenti sulle cellule tumorali realizzando in clinica il concetto di terapia “target”. Altri farmaci innovativi sono quelli che possono contrastare lo sviluppo di vasi capillari in grado di apportare nutrimento al tumore, a danno degli organi circostanti, nel processo detto di angiogenesi. Un settore in grande espansione è quello delle terapie immunologiche. Esistono ora farmaci in grado di intervenire contro la formazione e la proliferazione di cellule tumorali andando a rafforzare il sistema immunitario, stimolando l’azione di cellule normali, già presenti nell’organismo, in grado di attaccare e distruggere le cellule neoplastiche. Altra metodica in forte sviluppo è quella dei nanomateriali, cioè dei microscopici vettori in grado di portare a destinazione, ossia alle cellule tumorali, ad esempio, i farmaci chemioterapici.
Quali sono i più recenti sviluppi della ricerca e cosa si dovrebbe fare per sostenerla maggiormente?
Con le tecnologie ad oggi disponibili, è possibile indagare a livello genetico e molecolare cosa succede nel nostro organismo ancora prima che il cancro si manifesti. È così possibile studiare quali geni, trovandosi in condizioni ad essi favorevoli, possano indurre la formazione di vari tipi di tumore. Così come è possibile predire la risposta di un tumore alla terapia, o quella dei tessuti sani, mediante l’identificazione di specifici marker biomolecolari. La ricerca richiede sempre accurate sperimentazioni, possibili oggi solo se l’intera organizzazione lavora in un’ottica di rete, per creare sufficiente massa critica e casistiche numericamente significative, da poter essere analizzate con i moderni metodi computazionali.
L’adroterapia che utilizza protoni e ioni carbonio per colpire le cellule del cancro è una terapia relativamente giovane che ha preso piede in Giappone vent’anni fa e oggi si sta diffondendo con buoni risultati anche in Italia. Come funziona e perché è efficace?
Il Centro giapponese NIRS, nei pressi di Tokyo, ha cominciato a trattare pazienti oncologici con ioni carbonio negli anni ’90. Alla fine del 2015, più di 150.000 pazienti nel mondo sono stati sottoposti ad adroterapia. Ad oggi, nel mondo esistono oltre 50 centri che utilizzano adroni, per lo più protoni. In Italia, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia dispone di un potente acceleratore di particelle, concettualmente simile a quello del CERN di Ginevra, in grado di accelerare sia protoni che ioni carbonio. I trattamenti dei pazienti sono cominciati nel 2011.
L’adroterapia è una tecnica di radioterapia che utilizza particelle pesanti (protoni e ioni carbonio, in particolare), anziché i raggi X, per colpire le cellule tumorali. Gli adroni sono ottenuti grazie ad un anello di accelerazione, il sincrotrone, dotato di elevatissima potenza. Gli adroni hanno la caratteristica fisica di deposizione dell’energia con elevata precisione sul bersaglio. A questa proprietà balistica, gli ioni carbonio aggiungono un’efficacia biologica tre volte maggiore che consente di vincere la radioresistenza nei confronti delle radiazioni convenzionali di alcuni tipi di tumore. Tumori che si manifestano in sedi difficili, circondati da organi particolarmente radiosensibili, quali il melanoma oculare, i cordomi della base del cranio e della colonna vertebrale, i tumori solidi dei bambini, possono essere curati con l’adroterapia come quelli più radioresistenti, quali quelli alle ghiandole salivari, al pancreas, ed i sarcomi trattabili con ioni carbonio.
Al CNAO abbiamo trattato fino a oggi circa 1200 pazienti oncologici, con ottimi risultati in termini di controllo della malattia e di tolleranza al trattamento.